Si, è vero: si potrebbe obiettare che “la carta è carta”, se non fosse che non tutta la carta per stampanti è uguale…Anzi, diciamo pure che in questo mercato, le tipologie sono proprio dissimili, sia per formato che per qualità, consistenza e colore, con finalità che le rendono più o meno adatte agli usi e agli strumenti che abbiamo a disposizione.
Infatti, acquistare la giusta carta per l’utilizzo che dobbiamo farne e in base alla stampante in cui usarla non solo può significare migliore qualità di risultato, ma anche notevoli risparmi in termini di consumi, sia della carta stessa che di toner e cartucce, nonché di usura del nostro dispositivo, una semplice stampante o una più articolata multifunzione.
Vediamo quindi come scegliere la carta più adatta alle esigenze di ciascuno: partiamo col dire che dobbiamo pensare a quantità ben precise, essendo infatti venduta a risme di 500 fogli che, pertanto, diventano l’unità di misura standard per i nostri acquisti. Le risme poi sono spesso accorpate in scatole chiamate BigBox, che arrivano a comprenderne almeno 5: una prima fase di risparmio è quella di valutare i propri consumi e acquistare di conseguenza.
Anche i formati sono standard, e quello commerciale per la carta ISO 216 si basa sulle dimensioni iniziali di un rettangolo di 1 mq, di 841 x 1189 mm. Tagliandolo a metà, per il lato più lungo, si ottengono tutte le successive misure che abitualmente utilizziamo, vale a dire i formati A1, A2, A3, A4, etc. Il più usato è ovviamente il tipo A4, di 210 × 297 mm. Alcune stampanti utilizzano spesso anche il formato A3, che ha le dimensioni di 2 fogli A4 affiancati sul lato più lungo.
La carta di uso comune ha normalmente una grammatura intorno agli 80 g/m2, che rappresenta la consistenza del singolo foglio, e non il suo spessore. Per fotocopiatrici, stampanti e dispositivi multifunzione un ottimo utilizzo si ha con grammatura tra i 60 g/m2 e i 90 g/m2.
Queste non sono le uniche caratteristiche da considerare per acquistare la carta più adatta e, per la scelta, può essere utile talvolta anche il nome commerciale, da leggersi sugli involucri delle risme, poiché rispecchia l’uso per cui quella tipologia è ideale.
Fra le più comuni, troviamo la uso mano, la più economica ed adatta a stampare semplici documenti di testo. Segue la patinata, rivestita con una speciale copertura, perfetta per le stampe a colori di cui esalta le sfumature e la brillantezza. Abbiamo poi il tipo speciale, con una superficie ruvida che, ad eccezione di particolari esigenze, mal si adatta a stampanti e fotocopiatrici, ma è preferibile per disegni, progetti, piantine, ecc.
Altro elemento fondamentale è la luminosità, o “valore di bianco”: in questo caso, il massimo è quello della carta tipo A, con punto di bianco elevatissimo e adatta a stampanti laser, inkjet e fotocopiatrici, che garantisce i migliori risultati in assoluto.
C’è poi un giusto compromesso, rappresentato dal tipo B, adatto a ogni tipo di dispositivo, che normalmente garantisce il miglior rapporto qualità-prezzo.
E infine la carta di tipo C, la più economica, valida per stampe in bianco e nero o quando non è necessaria la qualità di un’ottima presentazione.
A margine, troviamo anche la riciclata, di qualità inferiore alle altre, ma con il vantaggio di garantire maggior rispetto per l’ambiente.
Ora non vi resta che seguire questi consigli e scegliere la carta per stampanti più adatta al vostro progetto!