Il distacco dell’enorme iceberg, dalla piattaforma Larsen C, ha destato non poca preoccupazione per il mondo scientifico. L’enorme pezzo di ghiaccio, con una superficie di 5.800 chilometri quadrati, ha preso il largo nel mare di Weddell. Ma quali sono i rischi reale? E’ innanzitutto la navigazione attiva nell’area ad andare incontro ai pericoli maggiori con l’obbligo di modificare le rotte. Ma l’evoluzione della struttura galleggiante in mare è difficile da prevedere. L‘iceberg potrebbe rimanere come un unico pezzo, anche se è più probabile che si disgreghi in numerosi frammenti. Alcuni dei ”pezzi” potrebbero restare nell’area anche per anni mentre altri potrebbero dirigersi verso settentrione, in acque molto più calde. Ed a quel punto i problemi per le rotte delle navi potrebbero essere davvero tanti.
A preoccupare meno sono le ricadute sui livelli del mare visto che l‘iceberg era era già flottante. Anche uno scioglimento integrale non avrà alcuna ricaduta sul livello degli oceani, per lo stesso meccanismo che caratterizza un cubetto di ghiaccio che si scioglie in un bicchiere d’acqua. Ma come se la passa la piattaforma da cui si è staccato l’iceberg? Con il distacco dell’enorme blocco di ghiaccio, ha perso il 12% della sua superficie dopo che già le piattaforme Larsen A e B, che insieme costituivano la grande “Larsen Ice Shelf”, si sono disintegrate negli anni scorsi. Naturalmente tutto ciò deriva, probabilmente, dal riscaldamento globale, un fenomeno che potrebbe portare allo scioglimento anche dei ghiacciai retrostanti, quelli sulla terraferma, con un impatto significativo sull’aumento del livello del mare.