Circa duemila anni fa, nell’Impero Romano, la crescita dei bambini era molto più veloce di oggi. A rivelarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Plos One e condotta su diciotto denti da latte rinvenuti in una serie di sepolture a Velia, un’antichissimo insediamento in provincia di Salerno. Appartenenti a bambini vissuti due secoli dopo Cristo, i denti sono stati analizzati da un team di ricercatori della Sapienza di Roma insieme agli esperti del Museo delle Civiltà di Roma, dell’Università di Tolosa III e dell’University College di Londra.
La dentatura rappresenta un’importante cartina di tornasole della storia di ogni individuo ed in particolare quelli da latte, la cui formazione ha inizio dal terzo mese di gestazione. In questa fase i denti riportano tutte le informazioni sul processo di crescita del feto in un periodo che ha importanti ripercussioni sulla salute dell’individuo negli anni a seguire. Attraverso i diciotto incisivi individuati, gli esperti hanno realizzato un modello stabilendo il tasso di crescita dei bambini. Attraverso un confronto con i dati di oggi, gli studiosi hanno rilevato, nei bambini dell’Impero Romano, uno sviluppo più variabile, ma soprattutto un tasso di crescita maggiore. Un fenomeno le cui ragioni non sono del tutto chiare.