Con l’avvento dei social milioni di utenti hanno scoperto di avere una naturale avversione per le immagini ricche di buchi. Si tratta della tripofobia, una paura che secondo una ricerca dell’Università del Kent avrebbe origine nell’evoluzione. In pratica, secondo gli esperti, la ”fobia dei pattern ripetitivi” deriverebbe dalla paura dei parassiti e delle patologie potenzialmente infettive. Insomma una reazione di terrore che il corpo ha, in maniera del tutto istintiva, nei confronti delle formazioni che potrebbero rimandare alla presenza di animali pericolosi come i serpenti, vespe, api o calabroni.
Un nuovo studio della Scuola di Psicologia di Canterbury, ha preso in esame un campione di seicento soggetti, di cui circa trecento affetti da tripofobia, a cui è stato chiesto di osservare 16 fotografie. La metà delle immagini mostravano delle manifestazioni di malattie infettive, ustioni, mentre nell’altra metà apparivano foto che, di solito, provocano disgusto nei tripofobici, cioè i fiori di loto, le bolle nel caffè o dei fori in un muro. Ebbene i ricercatori hanno registrato, nei soggetti affetti da tripofobia, una sensazione di disgusto e repulsione verso tutte le foto piuttosto che di paura che invece potrebbe essere ricondotta agli animali pericolosi. Queste persone, inoltre, hanno avvertito la sensazione di essere infestati da animali. Secondo gli esperti si tratta una sensazione che serve a farci allontanare da una possibile infezione.
Fonte: http://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/02699931.2017.1345721