L’undici luglio scorso, alle 3:55 ora italiana, la sonda JUNO, nel corso dell’avvicinamento periodico all’atmosfera di Giove, ha ripreso da vicino la celebre Grande Macchia Rossa. Una formazione dalle caratteristiche davvero particolari e che per secoli ha affascinato gli esperti di tutto il mondo. Da una distanza di soli 9.866 chilometri il gigantesco ciclone di 16.350 chilometri, pari ad 1,3 volte il diametro della Terra, ha mostrato un groviglio di nubi che si intrecciano in una struttura ben stratificata e venti la cui potenza raggiunge i seicento chilometri orari.
Attraverso una serie di rilevazioni gravimetriche gli esperti stanno tentando di comprendere la natura della gigantesca formazione. Ad oggi non è chiaro, infatti, se la Grande Macchia Rossa rappresenti il frutto di materiale in risalita o il prodotto di fenomeni atmosferici non ancora del tutto chiari. Anche il colore stesso della formazione appare di origine incerta. I materiali che compongono i vortici sono soprattutto ammoniaca, acqua e idrosofluro di ammonio le cui interazioni con i raggi cosmici potrebbero determinare ciò che si vede.