Sono trascorsi sessantacinque milioni di anni dall’estinzione dei dinosauri dalla Terra provocata dall’impatto devastante di un meteorite. Oggi gli effetti dell’uomo sull’ambiente sta producendo un’altra estinzione di massa con una perdita di biodiversità di dimensioni maggiori del previsto. Prendendo in considerazione la diminuzione dei singoli individui e delle popolazioni che compongono le specie, la quantità degli esemplari scomparsa, in media, è pari alla metà. A dimostrarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Pnas e realizzata dai biologi dell’Università di Stanford e dell’Università Nazionale del Messico. I dati mostrano nettamente come l’estinzione di massa sia, ormai, un dato di fatto, come conferma anche dal professore di zoologia all’Università Bicocca Maurizio Casiraghi che all’ANSA dichiara: “L’ipotesi è stata molto dibattuta, ma con questo studio Ehrlich e il suo gruppo ci dicono che se i dati relativi al calo delle specie erano delle buone prove a sostegno, questi nuovi numeri relativi alle popolazioni rendono l’estinzione di massa una realtà davvero innegabile“.
Gli esperti hanno analizzato circa 27.600 specie di uccelli, anfibi, mammiferi e rettili prendendo in esame la diminuzione della popolazione di 177 specie di mammiferi nel periodo che va dal 1900 al 2015. I numeri parlano chiaro: la diminuzione delle specie di invertebrati è pari al 30%. Ed è sempre di trenta punti percentuali la perdita di estensione geografica dei mammiferi. Più in generale la forte diminuzione della popolazione riguarda il 40% delle specie.