Anche dai resti delle violentissime esplosioni di supernova possono nascere dei nuovi pianeti. A renderlo noto è una ricerca effettuata dall’University of Cardiff e dell’Astronomy Technology Centre di Edimburgo. Gli esperti hanno puntato l’attenzione su ciò che accade intorno ad una pulsar o una stella di neutroni, ovvero del risultato dell‘esplosione di una stella giunta al termine della sua attività. Gli esopianeti orbitanti intorno alla pulsar, rappresentano un’osservazione relativamente semplice per l’interruzione della luminosità che questi corpi celesti producevano. Ma come si formano i pianeti in condizioni così estreme?
Gli esperti hanno fornito una risposta analizzando Geminga, una pulsar collocata ad una distanza di 800 anni luce nella costellazione dei Gemelli. Ebbene gli esperti hanno individuato il momento in cui la supernova ”cattura” il materiale interstellare in una formazione simile ad un arco. Compattando il materiale, la pulsar è in grado, così, di creare dei nuovi pianeti. Secondo gli esperti la quantità di materiale che circonda Giaminga è pari al doppio della massa terrestre. Una scoperta importante, ma che rappresenta solo un primo passo della ricerca. La prossima tappa sarà l’osservazione attraverso l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array.