E’ giunto dai Balcani negli anni ottanta e nell’ultimo periodo ha oltrepassato il Po spingendosi fino a Mirandola, in Emilia Romagna. Si tratta dello sciacallo, un animale che fino a pochi decenni non esisteva nel nostro paese. Ad avvistarlo, come racconta il National Geographic, è stato un bird watcher, nelle campagne del modenese mentre era intento ad osservare delle albanelle minori. Quel giorno gli uccelli sembravano particolarmente nervosi e il motivo era il canide che gironzolava poco lontano. Lo sciacallo si sta diffondendo nel nostro paese con una velocità davvero incredibile negli ultimi anni, approfittando di una serie di contingenze. L’origine dell’animale sono le regioni dell’Asia centrale da dove si è spostato verso il Caucaso dopo l’ultima glaciazione. Nell’ultimo secolo, però, la diffusione del canide è rimasta costantemente limitata. Solo negli ultimi decenni si è registrato un vero e proprio boom. Oggi l’animale è molto diffuso in Bulgaria dove gli esemplari sono aumentati di oltre trenta volte dagli anni sessanta al 1985, ma presenza cospicue sono state registrate anche in Romania, Serbia, Slovacchia, Croazia, Austria, Svizzera ed in Ucraina.
Trattandosi di un animale in grado di percorrere anche decine di chilometri al giorno, non stupisce come anche in Italia si sia diffuso in maniera così rapida. Il passaggio del fiume Po, vera e propria barriera naturale tra l’Italia del nord e quelle centrale rappresenta, però, un fattore che stupisce non poco anche se basta un semplice ponte per consentire al canide di passare da un parte all’altra. All’origine della presenza dell’animale c’è la distruzione delle foreste, suo habitat naturale, la diminuzione della presenza del lupo, vero nemico naturale dello sciacallo e le possibilità di trovare cibo nei pressi degli insediamenti umani dove si nutre di ratti, scarti di cibo o piccoli animali da allevamento.