E’ di 13mila chilometri quadrati l’estensione, raggiunta quest’anno, dalla zona morta in Nord America. Si tratta di un nuovo record che conferma, ancora una volta, come gli effetti dell’inquinamento sull’ambiente marino siano sempre più pesanti. L’area si trova nel Golfo del Messico ed ha un’estensione ormai superiore allo stato del New Jersey. A rivelare i nuovi dati è stata la NOAA, la National Oceanic and Atmospheric Administration. Con il termine zona morta si intende un’area nella quale la concentrazione dell’ossigeno è pari o prossima allo zero, una condizione in grado di distruggere l’ecosistema.
Ma cosa ha provocato la nascita della Death Zone? Per gli esperti sono gli scarichi industriali ricchi di azoto prodotti dalle industrie agricole a provocare il fenomeno. Si tratta di un mix letale di elementi capace di aumentare a dismisura la presenza di alghe la cui degradazione consuma elevate quantità di ossigeno privando gli organismi di questo fondamentale elemento. Secondo il NOAA nel solo periodo di maggio, nei fiumi Mississippi e Atchafalaya, sono state sversate oltre ventiduemila tonnellate di fosforo; un fenomeno che, se non limitato, potrebbe distruggere anche l’attività di pesca nell’area.