Tra i pochi effetti positivi del riscaldamento globale c’è sicuramente il ritorno alla luce di reperti nascosti da millenni nelle profondità dei ghiacci. E’ quanto è accaduto nei giorni scorsi in Norvegia dove sono stati scoperti, al di sotto dei ghiacciai, oggetti di oltre 4.500 anni fa. Una scarpa, un bastone da passeggio, ma soprattutto delle antichissime iscrizioni runiche in grado di far luce sul mondo lontanissimo dell’Età del Bronzo. I ritrovamenti fanno luce sul passato delle regioni settentrionali della Scandinavia e precisamente dell’altopiano di Hardangervidda dimostrando come anche queste aree così remote fossero pienamente integrate sui processi di sviluppo che hanno caratterizzato il continente migliaia di anni prima di Cristo.
Le tracce dimostrano come l’area fosse abitata da un tipo di insediamento stagionale, forse attivo solo dal mese di giugno ad ottobre sia nell’Età della Pietra (8.000-5.000 a.C.) che nell’Eta’ del Bronzo (3500 a.C. al 1200 a.C.). Secondo gli esperti gli abitanti erano impegnati soprattutto nell’allevamento delle renne con la produzione di pettini, spille e vai attrezzo attraverso le corna mentre le pelli erano usate per il vestiario da utilizzare durante l’inverno. Un’attivtà economica che ha caratterizzato la Norvegia nei secoli a seguire.