La vita sui pianeti che compongono il sistema planetario Trappist – 1 avrebbe potuto svilupparsi in maniera del tutto inedita. Secondo una ricerca dell‘Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, la distanza davvero ridotta tra i corpi celesti, avrebbe favorito un particolare processo chiamato panspermia. Attraverso delle comete e dei meteoriti, in pratica, le forme di vita avrebbero potuto ”contagiare” i vari pianeti. Lo studio, ottenuto attraverso una serie di simulazioni concentrate soprattutto sui tre corpi celesti considerati come abitabili, è partito da un dato di fatto: la distanza tra i corpi celesti del sistema Trappist – 1 è inferiore di ben dici volte rispetto allo spazio che intercorre tra la Terra e Marte.
Si tratta di un fattore importante visto che l’ipotetico impatto di un meteorite su un pianeta abitabile e, con forme di vita, proietti dei detriti sui vicini corpi celesti, espandendo, così, la vita sotto forma batterica. Insomma, se le forme di vita dovessero albergare sul sistema planetario Trappist-1, è probabile che si sia espansa su più di un pianeta.