Si chiama Jean Charles, si trova in Louisiana, e tra pochi anni non sarà più riportata sulle carte geografiche. E’ il triste destino di una piccola isola che dagli anni cinquanta ad oggi ha perso il 98% della superficie, inghiottita dal mare. Dai diciotto chilometri di coste del 1955, ne rimangono tre mentre la popolazione è scesa da quattrocento ad ottantacinque. Sull’isola vive una popolazione di biloxi-chitimacha-choctaw, giunti nell’area dai principi dell’ottocento insieme ai discendenti dei canadesi provenienti dall’Acadia e deportati nell’area. Insomma un misto di popolazione che vive in una zona che soffre pesantemente gli effetti dei cambiamenti climatici.
Da decenni gli uragani sono in continuo aumento mentre le inondazioni hanno reso impossibile coltivare i campi. A tutto ciò si aggiunge l’avanzare dell’attività estrattiva poco lontano che ha cancellato gli alberi che prima fungevano da protezione, insieme alle paludi, alla costa. Oggi il Governo ha promosso l’evacuazione dell’isola spostando gli abitanti sulla terraferma. Il progetto è ormai avviato e renderà Jean Charles un deserto. Si tratta di un piano che le autorità americane potrebbero ripetere anche in Alaska dove numerosi centri abitati dell’area costiera vivono nel perenne rischio di inondazione. Quelli dell’isola di Jean Charles sono i primi ”rifugiati climatici” degli Usa.