Un patrimonio di biodiversità unico al mondo, ma messo duramente a rischio dal riscaldamento globale che nel Belpaese incide più che altrove. E’ un quadro a tinte fosche realizzato dal Primo Rapporto sul Capitale Naturale in Italia, un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente con la collaborazione del CNR, del WWF e dell’Ispra con gli enti regionali e comunali del nostro paese. Aumentano le aree protette, i boschi ed il cemento mentre diminuiscono i terreni agricoli e gli agrumeti. Ma è il riscaldamento globale a preoccupare: se dagli anni sessanta al 2015 la temperatura media nel pianeta di 1,23 gradi, quella italiana è aumentata di 1,58 centigradi.
E le ricadute si riflettono soprattutto sull’agricoltura con un’invasione sempre più massiccia di specie aliene che si accompagnano ai batteri pericolosi alla nostra salute. Il continuo aumento delle temperature ha portato alla crescita delle notti tropicali, un fenomeno destinato a ripetersi. Sono 6.700 le specie di piante nel nostro paese, un numero record in Europa che si accompagnano a ben 58.000 quelle di animali. Ma il riscaldamento globale ne mette a rischio una quota significativa per l’arrivo di nuove specie aggressive oltre all’abusivismo ed alla cementificazione. Anche il mare è in sofferenza. L’Italia si posiziona all’ultimo posto, in Europa, per i siti balneari mentre la pesca continua ad abbattere li stock ittici.