L’Universo si presenta come l’interno di un formaggio svizzero con aree dense accompagnate da buchi. A rivelarlo, nel corso del 230° meeting di astronomia della American Astronomical Society in Texas, è ricerca dell’Università del Wisconsin-Madison. I filamenti più densi sono costituiti da ammassi, galassie e i vari corpi celesti contenuti all’interno mentre i buchi rappresentano le aree povere di materiale. Secondo gli esperti la Via Lattea si troverebbe proprio nel bel mezzo di un enorme vuoto, ma non in un buco qualsiasi. Il vuoto che circonda la nostra galassia sarebbe, in media, oltre sette volte più grande rispetto agli altri buchi con un’estensione di un miliardo di anni luce. Uno spazio difficile da immaginare se solo si considera le dimensioni della Via Lattea caratterizzata da un’estensione di per circa 100mila anni luce.
I vuoti e i filamenti, come hanno spiegato gli esperti, sono caratterizzati da una diversa energia gravitazionale, ed è proprio per questa ragione che i calcoli per definire la velocità di espansione dell’Universo, basati sulla ”Costante di Hubble”, non sono concordanti a seconda della tecnica usata. Una discordanza che non sarebbe stata registrata nel caso in cui ci trovassimo vivessimo in uno spazio omogeneo. Le tecniche usate per valutare l’espansione dell’Universo si basano sulla misurazione energetica delle esplosioni di supernove e della radiazione cosmica di fondo del Big Bang. La presenza del vuoto intorno alla nostra galassia, in pratica, sarebbe in grado di influenzare la scala locale, ovvero quella basata sulle esplosioni di supernove, ma non quella cosmica, un fattore che provoca le discrepanze nei calcoli con la costante di Hubble.