E’ un sistema che potremmo definire ”vicino” al nostro pianeta quello analizzato da Hubble. Si tratta di una coppia di nane brune collocate ad una distanza di sei anni luce nella Costellazione della Vela e ribattezzato ”Luhman 16”, in onore del suo scopritore. Si tratta di due corpi celesti dalle dimensioni pari a trenta volte quelle di Giove e non in grado di innescare le reazioni nucleari delle stelle. Insomma delle ”stelle mancate” che non sprigionano la luminosità tipica degli oggetti simili o più grandi del Sole. Nonostante il raffreddamento a cui vanno inevitabilmente incontro, le due nane brune avvistate da Hubble continuano ad essere calde, con una temperatura di circa 1000 gradi.
Scoperte nel 2013 le due nane brune rappresentano il laboratorio ideale per la ricerca di pianeti, senza l’utilizzo della ”classica” tecnica dell’oscuramento della luminosità, già di per sé debolissima. Sono gli spostamenti, anche di piccole entità, dei due corpi celesti a consentire l’individuazione di possibili esopianeti. Le prime rilevazioni hanno smentito la presenza di corpi celesti simili, per dimensioni, a Nettuno ovvero con una massa pari a tredici volte quelle della Terra. Ulteriori ricerche potranno definire meglio le caratteristiche del sistema.