Le tracce d’acqua che caratterizzano il suolo marziano dimostrano come la presenza del prezioso liquido, sul pianeta rosso, sia stata più abbondante e persistente del previsto. A dimostrarlo è una ricerca del Los Alamos Laboratory nel New Mexico, uno dei più importanti laboratori al mondo. La scoperta è dovuta alle immagini catturate da rover Curiosity sulle rocce del cratere Gale nell’agosto del 2012. Alle fotografie sono affiancate anche le rilevazioni del laser-shooting Chemistry & Camera (ChemCam), un apparecchio in grado di analizzare la composizione delle rocce. Dalle rilevazioni sono emersi diversi aloni molto chiari di silice che contrastavano con il colore scuro delle rocce circostanti. Gli aloni sono stati scoperti lungo antichi sedimenti lacustri e rappresenterebbero una prova della persistenza di acqua allo stato liquido.
La concentrazione del materiale, hanno dichiarato gli esperti, è notevole nella zona centrale degli aloni: una caratteristica che spinge ad ipotizzare una migrazione della silice dagli strati antichi a quelli giovani: un fenomeno possibile solo grazie alla presenza di acqua. La conclusione a cui si è giunti, in pratica, è che l’acqua abbia continuato a scorrere sulla superficie di Marte lasciando le sua tracce con gli aloni analizzati grazie a Curiosity. Un lago avrebbe, quindi, occupato il fondo del cratere Gale per un periodo superiore alle aspettative. Si tratta di una scoperta che consente di allargare ulteriormente la finestra temporale in cui l’acqua su Marte era presente in abbondanza favorendo le condizioni per lo sviluppo di forme di vita.