I lampi di luce rappresentano un fenomeno molto comune sulla superficie della Luna. Si tratta, in pratica, dei bagliori prodotti dall’impatto di piccoli oggetti cosmici sulla superficie del corpo celeste. La mancanza di un’atmosfera rende, infatti, l’impatto con i detriti spaziali molto più frequenti rispetto al nostro pianeta. Ad analizzare il fenomeno è una ricerca dell’ESA basata sui dati del National Observatory of Athens. Il progetto NELIOTA, sigla che sta per Near-Earth object Lunar Impacts and Optical TrAnsients punta a monitorare la distribuzione e la frequenza di piccoli oggetti che impattano sulla Luna provocando i brevi lampi di luce. L’osservazione degli eventi avviene attraverso il Kryoneri Telescope, nel Peloponneso.
Il monitoraggio è partito nei primi mesi del 2017 ed avrà una durata di 22 mesi. Studiare le caratteristiche dei NEO è di fondamentale importanza per comprendere la natura di questi oggetti, risalenti alle prime fasi primordiali del Sistema Solare, che spesso si spingono verso i pianeti interni. Spesso questi detriti spaziali sfuggono anche ai controlli dei vari strumenti avvicinandosi pericolosamente al nostro pianeta. E’ il caso del bolide di circa 15 metri che, nel febbraio del 2013, deflagrò nei cieli della cittadina russa di Celjabinsk. Attraverso le dimensioni dei lampi avvistati sulla Luna, gli esperti saranno in grado di delineare le caratteristiche dell’oggetto impattante.