La mancanza di sonno, per troppe ore consecutive, sarebbe in grado di spingere il cervello all‘autodistruzione. E’ quanto emerge da una ricerca realizzata dall’Università del Wisconsin negli Usa e pubblicata sulle pagine della rivista Journal of Neuroscience. In pratica, secondo i ricercatori, il cervello eliminerebbe, in determinate condizioni, le cellule cerebrali sane in luogo di quelle inutili ed oggetto del normale ”sistema di pulizia” attivato dal corpo. In pratica l’azione di eliminazione degli scarti cellulari diventerebbe esageratamente aggressiva con ricadute negative sulla nostra materia grigia. La ricerca è stata condotta su un campione di topi da laboratorio sottoposti a tre diverse condizioni.
In un gruppo i roditori hanno potuto dormire senza alcun limite, i topi di un secondo gruppo, invece, sono stati tenuti svegli per otto ore in più rispetto al normale mentre nel terzo gli animali sono stati privati del tutto del sonno per cinque giorni di seguito. I risultati hanno dimostrato come le alterazioni di tipo cronico del riposo sono in grado di rivoluzionare gli elementi essenziali del processo di pulizia del cervello cioè della cellula della glia. Gli astrociti, in particolare, si occupano di tagliare le sinapsi non utili rimodellando le connessioni tra neuroni, le microgliali, invece, si muovono nel cervello allo scopo di individuare e rimuovere i neuroni danneggiati o gli agenti infettivi. Nei topi che avevano dormito normalmente, gli astrociti erano attivi nel 6% delle sinapsi, in quelli con otto ore in meno di sonno gli astrociti erano intervenuti sull’8% delle sinapsi. Tra i topi che non avevano dormito, invece le cellule erano attive nel 13,5% delle sinapsi, con alcune aree di connessioni distrutte per la mancanza di sonno.