E’ una scalata record quella realizzata dallo spagnolo Kílian Jornet i Burgada, il ”fondista di montagna” che è riuscito a raggiungere la vetta dell‘Everest in sole 26 ore. Nella mattinata di lunedì lo sportivo ha mosso i primi passi dal monastero di Rombuk, struttura collocata a quota 5.100 metri, fino a raggiungere la vetta del mondo ad un’altezza di 8.848 metri. Il tutto senza bombole di ossigeno né corde che gli avrebbero potuto facilitare l’impresa.
Eppure l’alpinista avrebbe potuto fare di meglio se un virus intestinale non lo avrebbe costretto a numerose soste. Nausea e vomito hanno fatto la loro comparsa già a settemila metri, fino al termine dell’impresa. La cima dell’Everest è giunta a mezzanotte ed è stata l’occasione per uno stop di circa quindici minuti prima di scendere. La discesa, per la cronaca, è durata 12 ore fino al campo base avanzato ad un’altezza di 6.500. Ora i dati della scalata di Jornet saranno analizzati dall‘Himalayan Database sulla base dei dati GPS. Se tutto verrà confermato, Kílian entrerà di diritto nel Guinness dei Primati. Fino ad oggi il record di scalato all’Everest era di un alpinista italiano, Hans Kammerlander, che nel 1996 giunse alla vetta in 16 ore e 45 minuti partendo però dal campo base avanzato di 6.500.