Il tirannosauro poteva distruggere le ossa in un’area del corpo pari a sei centimetri grazie ad una pressione del morso pari 195 tonnellate. Sono numeri impressionanti quelli resi noti da una ricerca pubblicata sulle pagine della rivista Scientifics Report, realizzata dalla Florida State University e dall’Oklahoma State University. Lo studio conferma la potenza impressionante del T-Rex nel cacciare le prede di qualsiasi dimensione. La capacità di polverizzare le ossa era individuata, fino ad ora, esclusivamente nei mammiferi carnivori come i lupi grigi e le iene, ma non nei rettili, la cui dentatura non permette di frantumare né di masticare le ossa.
Il Tirannosauro rappresenta, quindi, un’eccezione nella classe oltre che un’importante ”marcia in più” che gli ha consentito, nel corso della sua esistenza, di sfruttare anche le carcasse dei grandi dinosauri cornuti o dotati di becco, le cui ossa erano ricche di sali minerali e midollo. La scoperta è stata realizzata grazie ad un modello in grado di riprodurre con estrema precisione le caratteristiche del morso e la sua potenza, prendendo spunto dai coccodrilli, parenti stretti dei dinosauri, oltre agli uccelli che ne rappresentano i discendenti.