Quasi un anno fa un team di esperti aveva prodotto una serie di importanti prove sull’esplosione di una supernova accaduta all’incirca 2,6 milioni di anni fa. Un nuovo recente studio dell’Università del Kansas, ha oggi confermato l’evento, spostandone, però, la datazione. La ricerca, pubblicata sulle pagine dell’Astrophysical Journal, ha preso in esame le conseguenze che questo evento, così potente, avrebbe avuto sulla natura e gli animali sul nostro pianeta. Le prove sono in abbondanza, come spiegano gli esperti, anche se l’impatto della supernova sulla Terra non sarebbe stato così disastroso come si potrebbe pensare.
La distanza stimata dalla supernova è di 150 anni luce, ben lontana dalla cosiddetta ”zona di uccisione” fissata a 25 anni luce di distanza dalla Terra. I raggi cosmici della supernova sarebbero comunque penetrati all’interno dell’atmosfera terrestre con effetti notevoli soprattutto sulla troposfera. Ogni essere vivente sulla Terra subì l’equivalente di numerose radiografie con gravi rischi per la salute e possibili mutazioni genetiche.