Viaggiare e lavorare nello spazio non è propriamente una ‘passeggiata’ di salute. Le conseguenze sul fisico degli astronauti che trascorrono nello spazio un lungo periodo di tempo sono importanti e, come emerso da una ricerca condotta dalla Kansas State University e consultabile sul Journal of Applied Physiology, i rischi sono concreti. E’ emerso infatti che in assenza di gravità, le capacità fisiche degli astronauti possono ridursi tra il 30 ed il 50%, durante un viaggio nello spazio di lunga durata come le missioni a bordo della Iss, la Stazione Spaziale Internazionale. Infatti l’efficienza di cuore e vasi sanguigni nel trasportare ai muscoli l’ossigeno si riduce e questo fa precipitare la capacità fisica dell’astronauta, elemento questo da tenere fortemente in considerazione in vista delle future missioni su Marte.
Non è questa una novità anche se l’ultima ricerca ha apportato nuovi elementi legati alla diminuzione delle capacità fisiche, da ricondursi non solo ai cambiamenti nel modo in cui funziona il cuore ma anche dei capillari e della microcircolazione. E’ stato il team guidato dal fisiologo Carl Ade ha scoprirlo, analizzando i dati dello Johnson Space Center della Nasa di nove astronauti che hanno trascorso sulla Iss circa sei mesi di tempo. Nella fattispecie tutti hanno preso parte, sia mesi prima di partire alla volta dello spazio che poco dopo il ritorno sulla Terra, uno specifico test sulla cyclette grazie al quale è stato possibile misurare le variazioni nella capacità aerobica degli astronauti stessi.
Attraverso il confronto dei dati è emerso il drastico calo, tra il 30 ed il 50%, della quantità massima di ossigeno consumato durante l’esercizio. Secondo gli esperti ciò sarebbe dovuto all’influenza della microgravità sulle interazioni tra globuli rossi e vasi sanguigni. Ulteriori studi consentiranno di comprendere meglio quanto l’assenza di gravità vada a modificare le capacità fisiche dell’uomo.