L’incendio dei giorni scorsi di Pomezia ha riportato alla ribalta un vero e proprio spettro per la salute: l’amianto. Anche se la presenza della sostanza nell’aria è stata prima confermata dall’Asl, ma successivamente smentita dalla ministra Lorenzin e dal Centro di Riferimento Regionale Lazio, la preoccupazione per molti abitanti resta alta. Ma quali sono le potenziali ricadute dell’inalazione delle fibre di amianto sulla salute? A rispondere al quesito è l’esperto Dario Olivieri, direttore della clinica pneumologica dell’Università di Parma, al sito ok-salute.it. L’esperto sottolinea come sia inutile allarmarsi senza comprendere bene la qualità e la quantità di fibre disperse nell’ambiente ed eventualmente inalate dai residenti dell’area (eventualità come detto smentita dalle ultime rilevazioni).
“Se si tratta di quelle lunghe e filiformi – avverte – sono pericolose per la salute perché pungono il polmone arrivando fino alla pleura“. Insomma le conseguenze potrebbero essere davvero gravi: “L’inalazione di queste fibre – continua – può generare tumori pleurici, in cui si può intervenire solo con terapie antidolorifiche, ma con nessuna cura efficace. Se si tratta di un amianto volatile in particelle più piccole, sarebbe invece meno dannoso“. Ma è la durata dell‘esposizione a rappresentare l’elemento di maggiore importanza da valutare. Per produrre un tumore, è indispensabile, infatti, un contatto continuo con la sostanza. Il cancro si presenta, inoltre, anni dopo l’esposizione (anche dopo quarant’anni) rendendo difficoltoso stabilire il rapporto tra causa ed effetto. Uno dei metodi per stabilire la presenza di lesioni, secondo l’esperto, sarebbe di sottoporsi ad una TAC al torace. Tornando all’incendio di Pomezia, i dati smentiscono anche la presenza di idrocarburi mentre, per quanto riguarda la diossina, i primi dati saranno resi noti da domani.
L’intervista completa a questo link: http://www.ok-salute.it/diagnosi-e-cure/amianto-nellaria-pomezia-quali-rischi-la-salute/