La cometa della missione Rosetta, come molti degli oggetti spaziali del genere, è ricca di ossigeno molecolare, praticamente lo stesso che respiriamo ogni giorno. Ma come ci è arrivato il prezioso gas su questi piccoli corpi celesti? Ad analizzare il meccanismo è stato il California Institute of Technology (Caltech) attraverso una serie di esperimenti realizzati in laboratorio. Secondo gli studiosi l’ossigeno molecolare rappresenta una sostanza significativamente instabile e che si combina con il carbonio, formando l’anidride carbonica, e con l’idrogeno dando vita all’acqua. Nel corso dell’esperimento, gli esperti hanno sparato le molecole d’acqua ad alta velocità su una superficie composta da silicio e ferro, molto simile a quella della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko registrando la produzione di un pennacchio ricco di ossigeno.
La scoperta è davvero importante perché smentisce, una volta per tutte, la credenza che l’ossigeno sulle comete sia quello intrappolato durante la formazione del Sistema Solare. In realtà la sostanza si produrrebbe in automatico nella fase di avvicinamento al sulla stessa cometa. Il meccanismo, inoltre, potrebbe prodursi anche sui pianeti aumentando, di conseguenza, le possibilità di sviluppare forme di vita.