Costruire strutture sul pianeta Marte non sarà un problema per i primi coloni sul pianeta rosso. A dimostrarlo è una ricerca pubblicata dall’Università di California che ha analizzato le caratteristiche del suolo marziano pubblicando i risultati sulle pagine di Scientific Reports. Niente fornaci alimentati dall’energia nucleare, impasti o particolari tecniche di costruzione, basterà compattare il suolo di Marte con una discreta quantità di energia e pressarlo. In questo modo sarà possibile realizzare un materiale anche più forte e resistente del calcestruzzo con fibre di acciaio.
E’ la composizione di nanoparticelle di ossido di ferro, che tra l’altro donano la particolare colorazione rossa al suolo di Marte, ad agire come legante rendendo le future costruzioni sul corpo celeste dure e resistenti. Si tratta di una scoperta davvero importante e che permetterà un risparmio notevole di energia e denaro per le prossime missioni sul pianeta rosso, con tanto di spedizione umana, programmate dal presidente Trump nel 2033.