In riferimento alla ricerca pubblicata alcuni mesi fa, circa l’impatto ambientale provocato dalle biomasse legnose (il pellet), un gruppo di 125 esponenti del mondo accademico e della ricerca scientifica internazionale, ha supportato pubblicamente IEA Bioenergy, un’organizzazione per lo sviluppo della cooperazione tra gli stati nel campo delle bioenergie denunciando i risultati della pubblicazione precedente della Chatham House. L’accusa degli esperti è che la ricerca si focalizzi solo su determinati aspetti e “presenti una panoramica non oggettiva dello stato attuale delle conoscenze scientifiche per quanto riguarda gli effetti sul clima delle bioenergie“. Ma quali sono gli elementi oggetto della contestazione? In pratica, secondo gli esperti, lo studio mostrerebbe un’interpretazione non corretta circa l’impatto della consumo del pellet, ed in generale delle biomasse, sulle riserve forestali di carbonio focalizzandosi solo sul fatto del bilanciamento che, a breve termine, avrebbero i livelli di carbonio riportando una stima eccessivamente elevata.
Il comparto bioenergetico, secondo i ricercatori, avrebbe un impatto positivo sulle foreste visto che verrebbero gestite in maniera sostenibile ed oculata accelerando il processo di assorbimento di carbonio. Al contrario una foresta lasciata allo stato naturale diminuirebbe la capacità di assorbimento man mano che raggiunge la maturità. Il secondo punto, oggetto di critica, riguarda il materiale che compone le biomasse. In pratica per produrre il pellet verrebbero utilizzati dei sottoprodotti e dei residui selvicolturali, oltre agli alberi, mentre negli Stati Uniti le biomasse utilizzate per la produzione di pellet sarebbero circa il 2% del legname raccolto, una quantità minima con un impatto davvero basso sulle riserve di alberi. Inoltre, secondo i produttori di pellet, la bioenergia è in grado di stimolare i proprietari delle foreste a piantare più alberi investendo in pratiche di gestione forestale sostenibile. L’ultimo aspetto, sul quale puntano il dito gli esperti della IEA Bioenergy, riguarda il considerare la bioenergia forestale come una singola entità mentre “andrebbe considerata come parte integrante della gestione forestale e del sistema industriale forestale ed energetico che produce anche beni materiali. Per questo non è ragionevole aspettarsi che il mantenimento dello stock di carbonio nelle foreste sia garantito da criteri di sostenibilità applicati esclusivamente alla bioenergia“. La biomassa, conclude il comunicato della IEA Bioenergy, come risorsa sostenibile per prodotti ed energia è fondamentale per consentire un’economia a basso tenore di carbonio che si realizzi in modo sostenibile.