Anche se non è facile scovare i reali sintomi dell’intelligenza, gli esperti hanno osservato come alcune caratteristiche accomunino le persone con un quoziente intellettivo maggiore. Si tratta di una correlazione che non implica necessariamente una casualità. Essere il primogenito è indicato da una ricerca dell’Università di Oslo come uno dei possibili sintomi dell’intelligenza. I ricercatori hanno studiato 250 maschi con un’età tra 18 e 20 anni rilevando un QI superiore, in media, di 2,3 punti rispetto ai fratelli minori. Anche l’altezza è una possibile spia di intelligenza. Secondo una ricerca dell’Università di Princeton i bambini più alti ottengono prestazioni maggiori a scuola e salari superiori a lavoro. Uno studio della Caroll University, invece, mostra come chi abbia un gatto, di solito, mostra un comportamento introverso, sensibile, anticonformista ed abbia un’intelligenza superiore.
Grazie a più efficaci interconnessioni cerebrali, i mancini possono vantare una maggiore creatività oltre ad una maggiore efficacia nell’elaborazione delle informazioni. Anche chi è ansioso ha un’intelligenza verbale superiore. Secondo una ricerca dell’Università Lakehead del Canada chi è spesso in preda all’ansia riesce a concentrarsi sui compiti da svolgere, con meno distrazioni. Anche il non fumare è intelligente. A dimostrarlo è uno studio israeliano che ha mostrato punteggi inferiori ai test di intelligenza di 7,5 punti nei fumatori.