Le indagini condotte dai tecnici dell’Ingv di Napoli hanno permesso di far luce sul fenomeno che da alcune settimane è stato registrato nell’arcipelago delle Isole Formiche, tra Pianosa e Montecristo. L’innalzamento dell’acqua, segnalato il 16 marzo, è stato studiato dagli esperti del Dipartimento di Protezione Civile con i sorvoli della Capitaneria di Porto e l’ausilio di telecamere termiche. Attraverso le analisi chimiche, gli esperti hanno scoperto un’alta concentrazione di metano mentre i piccoli sottomarini a controllo remoto non hanno registrato alcun tipo di anomalia di tipo termico sul fondale.
Insomma l’insieme delle informazioni raccolte hanno permesso di escludere l’origine vulcanica del fenomeno delle Isole Formiche, come si era ipotizzato in principio. Anche se la natura del fenomeno non è ancora del tutto chiara, le prime ricerche hanno consentito di restringere il campo delle ipotesi. In pratica potrebbe trattarsi di una struttura simile ad un vulcanello di fango che sprigiona significative quantità di gas metano. Ma le ricerche dell’Ingv non si fermano: sono ancora da comprendere fattori non secondari come la grandezza dell’area interessata ed i relativi rischi per la navigazione.