L’avvento dell‘Equinozio di Primavera è sempre stato di fondamentale importanza per gli uomini del passato. Dall’antichissimo popolo nuragico ai Celti passando per i Greci fino ai Romani; le antiche popolazioni, che si sono susseguite nell’arco dei millenni, hanno sempre ”festeggiato” il fiorire della natura, per mesi in letargo. In Mesopotamia, ad esempio, l’arrivo dell‘Equinozio di Primavera segnava l’inizio dell’anno nuovo, nel segno dell’Ariete. Anche gli antichi Egizi festeggiavano questa ricorrenza con il Sham El Nessim, festività risalente a 4.700 anni fa. Ancora oggi in Iran, secondo la tradizione persiana, si festeggia il primo giorno dell’anno mentre ricorrono festività anche nelle regioni dell’Azerbaijan, Turchia, Afghanistan, Zanzibar ed Albania.
Nel nostro paese un particolare fascino è rivestito dai ”pozzi sacri nuragici” in Sardegna. Si tratta di costruzioni risalente all’Età del Bronzo (3.500 – 1.200 a.C.) composte da tre pareti, un vestibolo frontale che può assumere svariate forme ed una scalinata digradante verso l’acqua. Nel solo periodo dell’Equinozio di Primavera il Sole si riflette nell’acqua illuminando l’intera struttura; in altri pozzi, però, il fenomeno si registra nel Solstizio, altro momento cruciale per gli antichi.