I corpi celesti adatti ad ospitare forme di vita extraterrestre scoperti fino ad ora, sono davvero tanti. Un indice, in particolare, misura la somiglianza tra i vari pianeti dello spazio con la Terra. Si tratta dell’ESI (Earth Similarity Index) ed è utilizzato per misurare il livello di abitabilità dei vari oggetti spaziali con un punteggio che va da zero e 1. Kepler 438B, è uno dei più indicati per ospitare vita extraterrestre. Scoperto nel 2015, il corpo celeste ruota intorno ad una stella rossa in piena zona abitabile ad una distanza di 470 anni luce dalla Terra. Le dimensioni del pianeta sono superiori alla Terra del 12%. Anche le temperature, tra gli zero ed i sessanta gradi, sono adatte allo sviluppo di vita extraterrestre.
Purtroppo, però, la stella sprigiona delle radiazioni che potrebbero renderlo inabitabile. Proxima Centauri B è uno dei pianeti più vicini alla Terra potenzialmente abitabili. Il livello di ESI è pari ad 0,87 e lo colloca al terzo posto tra gli esopianeti più adatti ad ospitare la vita extraterrestre. Gliese 667CC (ESI 0,85) invece, ruota intorno a tre stelle nella zona abitabile, anche se le temperature non superano lo zero. Si abbassano ancora le temperature su Kepler 442 B, il pianeta con una massa pari ad 1,3 volte la Terra, e caratterizzato, in media, da quaranta gradi sotto zero; ai limiti della vivibilità.