Uno dei temi più cari al dibattito scientifico attuale è il calo del testosterone negli uomini e la conseguente infertilità. In pratica, secondo gli esperti, è dimostrato come gli uomini di oggi siano meno fertili del passato con la diminuzione costante delle dimensioni del pene ed addirittura la crescita del seno. Ma cosa ha innescato questo processo? Secondo i ricercatori non ci sono dubbi: sono i prodotti chimici a indebolire il testosterone aumentando i casi di infertilità. L’alimentazione di oggi si compone di quote significative di sostanze chimiche. Si tratta di agenti che, presi singolarmente, non sono dannosi, ma che possono diventarlo se vengono sommate.
Gli ftalati, ad esempio, rappresentano uno dei rischi maggiori per il testosterone maschile. Si tratta di una sostanza largamente diffusa nel materiale plastico, negli smalti, negli adesivi e nelle vernici. Se assunti durante la gravidanza possono provocare dei significativi disturbi alla fertilità del nascituro. Al pari dei parabeni, anch’essi dannosi, gli ftalati si comportano come degli estrogeni, ovvero gli ormoni femminili, confondendo il corpo e limitando lo sviluppo degli organi genitali maschili. Anche il Triclosan, abbondantemente utilizzato nel sapone e nei detergenti, può mettere a rischio l’equilibrio ormonale degli uomini le probabilità di infertilità. Stesso discorso per il Bisfenolo A, contenuto soprattutto nei cibi i scatola ed in elementi di largo consumo come gli scontrini. Anche in questo caso si tratta di una sostanza che riproduce gli effetti degli estrogeni.