Gli antidolorifici potrebbero aumentare il rischio di arresto cardiaco. E’ il risultato di una ricerca resa nota sull’European Heart Journal – Cardiovascular Pharmacotherapy a margine di uno studio realizzato dall’Università di Copenhagen. Secondo i ricercatori alcune sostanze vendute, senza obbligo di ricetta, come l’ibuprofene ed il diclofenac possono avere ricadute significative sulla salute. Insomma gli antidolorifici sono tutt’altro che innocui e non andrebbero somministrati senza alcun tipo di ricetta, avvertono gli esperti danesi. I ricercatori hanno analizzato 28.947 casi di arresto cardiaco registrati in Danimarca nell’ultimo decennio con risultati tutt’altro che incoraggianti.
Ebbene in 3.376 dei casi analizzati, i soggetti avevano assunto gli antidolorifici registrando un preoccupante legame. In parole povere gli esperti hanno scoperto un aumento dell’incidenza dei casi di arresto cardiaco del 50% per il diclofenac e del 31% per l’ibuprofene. Sono risultati innocui, invece, il naproxene, il celecoxib ed il rofecoxib. In conclusione, secondo gli studiosi, non bisognerebbe, in alcun caso, assumere una quantità superiore ai 1.200 milligrammi di ibuprofene attraverso gli antidolorifici mentre il diclofenac dovrebbe essere del tutto evitato da chi ha problemi cardiovascolari.