E’ una situazione con pochi eguali nella storia quella che si sta verificando, in questi mesi, in alcune aree del mondo. Si tratta di una carestia davvero terribile e sta colpendo oltre venti milioni di persone. Fame, sete, patologie curabili con le moderne medicine, mettono a repentaglio la vita di una fetta significativa della popolazione mondiale. A mostrare un quadro a tinte fortemente fosche è Stephen O’Brien, il sottosegretario Onu per gli Affari umanitari. Sono quattro i paesi che soffrono particolarmente la carestia: la Somalia, il Sud Sudan, la Nigeria e lo Yemen. Si tratta di aree che vivono condizioni di perenne arretratezza e un perenne stato di guerra.
La mancanza di acqua sta mettendo a rischio l’agricoltura, già arretrata ed uccide gli animali. Quella che stanno vivendo queste zone, secondo gli esperti delle Nazioni Unite, è la peggiore carestia dal 1945. Per evitare la morte di ben venti milioni di persone, secondo l’ONU, servirebbero 4,4 miliardi di dollari di stanziamenti, per salvare le popolazioni, ma solo fino a luglio. E’ lo Yemen a vivere le condizioni peggiori: da due anni circa la guerra tra sunniti e sciiti preclude l’arrivo di qualsiasi aiuto umanitario. Dal mese di gennaio, concludono, i poveri senza cibo sono dai quattro ai sette milioni di persone.