Trentanni fa un’esplosione nello spazio proiettò verso il nostro pianeta la luce di una stella giunta alla fine dei suoi giorni. Si tratta di SN 1987A, la supernova più vicina al nostro pianeta dai tempi dell’osservazione spaziale. La prossimità ai nostri strumenti ha reso SN 1987A uno dei fenomeni esplosivi più famosi e studiati dello spazio mostrandoci il funzionamento dell’esplosione delle supernove. Il corpo celeste si trova nella Grande Nube di Magellano, una galassia molto vicina alla Via Lattea di cui è considerata una “satellite”. L’esplosione ha proiettato nello spazio circostante una grande quantità di materiale ed una luminosità giunta sul nostro pianeta il 23 febbraio 1987.
Dal 1990 è stato il telescopio Hubble a riprendere SN 1987A con l’ultima immagine risalente al gennaio 2017. Negli anni gli strumenti hanno permesso di studiare affondo l’evoluzione delle formazioni di luci e gas che circondano la supernova. A saltare all’attenzione degli esperti, in particolare, sono i due anelli esterni, formazioni con un luminosità più debole, e che compongono una sorta di clessidra intorno al centro. Si tratta di una struttura davvero misteriosa, ben lontana dalla forma sferica che si aspettavano gli scienziati. Potrebbero essere stati i venti stellari a creare le strane formazioni di gas, anche se tutto è da dimostrare. Un dato è però chiaro agli esperti: l’età dell’esplosione della supernova avvenuta 168mila anni fa.