Un aumento di pressione è stato registrato dagli strumenti dell’INGV, l’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia, al di sotto del supervulcano dei Campi Flegrei. Anche se non esiste un rischio di eruzione immediata, il fenomeno ha spinto gli esperti ad un monitoraggio ancora più accurato. Un aumento dei terremoti ed una deformazione del livello del suolo, sono gli indici di come qualcosa stia succedendo nelle profondità della terra. A spiegarlo, in una ricerca pubblicata sulla rivista Nature, è Giovanni Chiodini.
L’aumento della pressione è strettamente correlato alla risalita del magma. In pratica, attraverso questo processo, il magma rilascia notevoli quantità di acqua, sotto forma di vapore. Il passaggio delle esalazioni tra le rocce, ne provoca una diminuzione della resistenza meccanica. Gli scenari a questo punto sono due: la risalita della lava in superficie attraverso una catastrofica eruzione oppure la diminuzione della viscosità del magma, provocata dalla perdita di liquido. In quest’ultimo caso la massa lavica ritornerebbe verso il basso allontanando il rischio di eruzione.