Un album di cartoline per osservare l’evoluzione dei ragni marziani. E’ l’ultima ricerca del MRO, il Mars Reconnaissance Orbiter che ha realizzato una serie di scatti che riprendono le trasformazioni di un ragno avvistato in questi anni sulla superficie di Marte. Sono formazioni davvero particolari composte da strutture depressive radiali. In pratica si tratta di canali che, partendo da posizioni differenti, si congiungono in un punto centrale. La lunghezza delle singole braccia può raggiungere i cento metri e sarebbero modellate dall’erosione della sabbia marziana insieme all’anidride carbonica.
Sono le trasformazioni del ghiaccio secco, però, a stimolare lo scioglimento del ghiaccio di CO2 nei periodi primaverili. La fuoriuscita della sostanza farebbe precipitare i granelli di sabbia verso l’interno delle fessure. Il progressivo sfregamento della sabbia porta alla formazione delle depressioni radiali e quindi dei ragni marziani. Si tratta di un processo molto lento e che può durare diversi millenni.