Partiamo da una citazione di Victor Hugo: Fissa il tuo cane negli occhi e prova ancora ad affermare che gli animali non hanno un’anima.
In fondo ogni padrone di cane lo sa, senza bisogno di tante spiegazioni: i nostri fedeli amici a quattrozampe provano emozioni e sentimenti, esattamente come gli umani, e sono capaci di leggere i nostri stati d’animo e comportarsi di conseguenza. Chi non è stato consolato dal proprio cane in un momento di tristezza alzi la mano.
Ma se qualcuno avesse ancora dei dubbi, adesso è arrivata anche la scienza a dirci che, effettivamente, anche gli animali (e i cani in particolare) sono portatori di sentimenti come la paura, la rabbia, la soddisfazione, la felicità, l’affetto o la gelosia.
Certo, li vivono in maniera diversa da noi, ma sono comunque capaci di provare una gamma di emozioni molto simile a quella che provano gli umani. E soprattutto non sono capaci di mentire. Un cane triste non farà finta di essere contento, come invece succede a tante persone che cercano di mascherare il proprio stato d’animo. L’animo del cane, invece, è perfettamente leggibile dal suo atteggiamento e dal suo comportamento.
Le ricerche scientifiche
Uno degli studi più recenti e più interessanti sull’argomento è quello effettuato dal neuroscienziato Gregory Berns della Emory University di Atlanta negli Stati Uniti.
Berns ha effettuato diversi esperimenti atti a dimostrare che i cani provano sentimenti, con la completa autorizzazione dei padroni dei cani coinvolti. Ha selezionato una decina di animali che ha tenuto in osservazione per un periodo di circa due anni, sottoponendoli a ripetute sedute di risonanza magnetica funzionale. Vogliamo precisare che i cani oggetto dell’esperimento non erano assolutamente sedati, nè legati, nè costretti in alcun modo. Anche perchè diversamente i risultati dell’esame sarebbero stati inattendibili. Berns voleva vedere il funzionamento del cervello di cani perfettamente vigili e non sottoposti ad alcuna costrizione, in una condizione il più possibile naturale e poco stressante. Per raggiungere il risultato voluto è stato quindi necessario addestrare i cani ad entrare volontariamente nel tunnel della risonanza magnetica e rimanere immobili per almeno 30 secondi indossando il casco e le cuffie antirumore. Un bella sfida, per la quale Berns si è avvalso della collaborazione di Mark Spivak un famoso addestratore canino, che ha portato a termine il compito affidatogli in maniera ottimale.
E’ stato così possibile monitorare e registrare la mappa delle aree del cervello canino e della loro attivazione in diverse condizioni. Successivamente la si è confrontata con la mappa del cervello umano.
I cani provano sentimenti? – fonte foto Addestramentocaniblog.it
I risultati
Sappiamo che negli esseri umani, rispondendo a stimoli di piacere come amore, cibo o denaro, si illuminano alcune specifiche parti del cervello, in particolare il cosiddetto nucleo caudato, ricco di recettori di dopamina e serotonina, le sostanza che determinano il nostro stato d’animo. Nel cane succede la stessa identica cosa: il nucleo caudato si attiva in presenza di stimoli positivi, come la presentazione di cibo o la vista del proprietario che era precedentemente uscito dalla stanza. In gergo scientifico questa similarità di comportamento tra il cervello umano e quello canino viene definita omologia funzionale. Significa che il cane ha la stessa nostra capacità di provare alcuni sentimenti, anche se in maniera equiparabile a quella di un bambino di un paio d’anni. Anche i bambini, infatti, sono assolutamente sinceri nella manifestazione dei loro sentimenti e completamente incapaci di mascherarli.
Non è stato invece possibile dimostrare se i cani riescono a provare sentimenti complessi come l’orgoglio o la vergogna, anche se da alcuni loro comportamenti sembrerebbe proprio di si.
I cani non provano invece il senso di colpa, anche se noi saremmo portati a pensare il contrario leggendo il loro comportamento remissivo con le orecchie basse e la coda tra le gambe quando li cogliamo sul fatto a combinare qualcosa che non devono. Pare infatti che quell’atteggiamento non sia tanto dettato dal rimorso per l’azione commessa, quanto la risposta all’arrabbiatura che leggono sul volto del padrone, che lo fissa furioso e alza la voce. Insomma il cane si mostra in atteggiamento sottomesso per evitare di essere sgridato o peggio punito.
Insomma, di fronte alla scienza, anche gli scettici più incalliti dovranno ricredersi. I proprietari di cani invece troveranno ancora di più la conferma di ciò che in cuor loro conoscevano già perfettamente.