Qualsiasi essere vivente che entri in una determinata area delle acque del Golfo del Bengala muore quasi all’istante. E’ l’ultima scoperta realizzata dai ricercatori impegnati a scandagliare le profondità dell’Oceano Indiano, in un’area ancora poco conosciuta. La zona morta è ampia ben 60mila chilometri quadrati ed è situata ad una profondità che va dai 200 ai 400 metri. Si tratta di dimensioni spaventose e notevolmente superiori ad interi stati, come la Costa Rica. L’acqua, in questa determinata area, ha una concentrazione di ossigeno inferiore di 10mila volte rispetto alla zona circostante del Golfo del Bengala. Insomma una trappola mortale per molti esseri viventi.
Zone morte del tutto simili a questa sono già state scoperte in numerose aree del pianeta, alle più differenti latitudini. E’ il caso dell’oceano a largo della Namibia, dell’India, ma anche in America. La scoperta, resa nota sulla rivista Nature Geoscience, è stata realizzata dall’Università della Danimarca meridionale che ha anche sottolineato come le acque del Golfo del Bengala, soggette ad una fortissima pressione antropica, versino in una condizione di forte precarietà.