Terremoto: si moltiplicano i vulcanelli di fango nelle Marche

Tra i fenomeni secondari che possono accompagnare un terremoto, possono essere annoverate la liquefazione del terreno ed i vulcanelli di fango. Un serie di manifestazioni avvistate spesso in occasione dei sismi di magnitudo significativa o che, come i vulcanelli, possono avere una notevole emissione anche in periodi lontani dai terremoti. E’ il caso dei vulcanelli in Sicilia la cui attività è continua, ma anche nelle Marche dove il fenomeno è sempre stato presente. Ma con il terremoto del 30 ottobre le manifestazioni si sono moltiplicate, soprattutto nell’area del fermano, per il fenomeno della compressione tettonica.

vulcanelli di fango

Terremoto: si moltiplicano i vulcanelli di fango nelle Marche Fonte: Ingv

L’Ingv ha così attivato un apposito team con lo scopo di scoprire i nuovi vulcanelli e monitorare l’attività di quelli già conosciuti. Nel piccolo centro di Contrada San Leone, frazione di Monteleone di Fermo, sono stati individuati due punti di emissione, in entrambi i casi in terreni agricoli. Il primo ha un’altezza di 85 centimetri composto dal terreno fratturato e sollevato in seguito alla pressione. L’espulsione del fango, in alcuni momenti, ha raggiunto i tre metri di distanza. Il secondo vulcanello non è innalzato rispetto al terreno circostante e mostra tre piccoli punti di emissione con una debole fuoriuscita di acqua fangosa. Uno dei più noti vulcanelli, quello di Valle Corvone, a seguito del terremoto del 30 ottobre ha manifestato una violenta instabilità.