La demonizzazione di un determinato prodotto alimentare è un fenomeno sempre più comune e non sempre accompagnato da una base scientifica. E’ quanto emerge dal Food Mood, una serie di conferenze incentrate sull’alimentazione alla Camera di Commercio di Torino. Secondo i ricercatori dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo non esiste una composizione particolare dell’olio di palma che possa destare preoccupazione. Al pari degli altri oli, spiegano gli studiosi, questa particolare tipologia di prodotto contiene grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi. Insomma non ci sono prove che l’olio di palma faccia male o provochi più danni delle altre tipologie di oli anche se alcuni processi di raffinazione appaiono tuttora poco chiari.
Nato come sostituto della margarina, l‘olio di palma contiene una quantità significativa di grassi saturi in grado di resistere al processo di ossidazione. Insomma una sostanza con caratteristiche simili ad altri prodotti e che, secondo gli esperti, non va sostituita con altri grassi demonizzandolo indicando delle ricadute inesistenti sulla salute. Ma un’altra questione, secondo i ricercatori intervenuti, può essere presa seriamente in considerazione quando si parla del consumo di olio di palma: il rispetto ambientale. È dell’80% la produzione di olio di palma senza nessun tipo di controllo. Una deforestazione da fermare, secondo gli esperti dell’Università di Pollenzo, chiedendo alle aziende importatrici maggiore chiarezza sui metodi di produzione.