I pesci rossi sono certamente tra gli animali domestici più diffusi nelle case. Protagonisti indiscussi sulle bancarelle nelle fiere, tutti ne abbiamo vinto o acquistato almeno uno. Già ma dopo un po’ di tempo non volevamo più prendercene cura e li liberavamo gettandoli nei fiumi o nei laghi. Ebbene, una ricerca australiana della Murdoch University conferma quanto questa pratica possa essere dannosa per l’ambiente. Il Carassius auratus, meglio noto come pescolino rosso domestico, una volta buttato in un corso d’acqua, possiede a sua disposizione una grande quantità di cibo, nutrendosi di tutto ciò che trova.
Un danno per le altre specie, che si vedono sottratte il proprio cibo e le proprie uova. Ma non solo, i pesci rossi possono essere portatori di nuove malattie. Se negli acquari casalinghi le sue dimensioni restano ridotte, in natura può arrivare a raggiungere le dimensioni di una carpa, ovvero decine di centimetri. Altro punto a suo favore è la velocità: secondo gli esperti i pesci rossi possono arrivare a percorrere ben 230 km all’anno. Lo sanno bene sia negli USA che in Canada, dove sono state riscontrate delle invasioni di pesci rossi.