Con un’alta concentrazione di sodio e zolfo, pari a venti volte quella del nostro pianeta, l’acqua su Marte aveva un sapore davvero sgradevole. A stabilirlo è un team di scienziati guidato da Susanne Schwenzer, studiosa dell’Istituto di scienze lunari e planetarie di Houston e dell’Open Universtity. Lo studio, pubblicato su Meteoritics & Planetary Science, ha analizzato le sostanze organiche rinvenute sulla superficie del cratere Gale dal rover della NASA Curiosity. L’alto contenuto di silice e solfati, rinvenuto sul terreno, ha permesso di ricostruire la composizione chimica dell’antichissima acqua di Marte, probabilmente molto ricca di sodio, silice e potassio.
Ma il sapore, forse non dei migliori, non rappresentava, secondo gli scienziati, un ostacolo alla vita. Le caratteristiche del liquido che anticamente scorreva su Marte sono, infatti, tipiche dell’acqua idrotermale sulla Terra. Vivere in questi ambienti estremi è possibile, anche se sono indispensabili delle difese specifiche, tipiche dei microrganismi terrestri che si alimentano con zolfo e ferro.