Alla giusta distanza dalla stella madre, con acqua liquida e caratterizzati da una superficie di tipo roccioso. È l’identikit dei pianeti abitabili individuati a margine di uno studio della San Francisco State University. Sono oltre duecento i corpi celesti collocati ad una distanza adatta ad ospitare la vita, in quella famosa “zona abitabile” individuata dagli esperti anni fa. La ricerca ha operato una selezione tra gli oltre quattromila pianeti scoperti dal telescopi Kepler: una varietà di corpi celesti incredibile: gran parte dotati di caratteristiche ben lontane dal nostro pianeta.
Venti pianeti, tra quelli scoperti, mostrano caratteristiche simili alla Terra. Proprio su queste “terre abitabili” si concentreranno gli studi nel prossimo futuro per comprenderne la composizione e se siano realmente adatti ad ospitare forme di vita. Se i pianeti, benché rocciosi, vengono individuati in una posizione troppo prossima alla stella, saranno caratterizzati da un forte effetto serra, fenomeno che, nel nostro Sistema Solare, si verifica su Venere: in questo caso l’acqua sarà allo stato gassoso mentre se troppo lontani dalla stella madre, avranno acqua allo stato solido, cioè ghiacciata, come accade su Marte. Due estremi tra i quali si pone un’area ben precisa con valori termici adeguati ad ospitare la vita.