Uno dei fattori che accomuna i vari satelliti del Sistema Solare esterno è l’estrema brillantezza della superficie. Corpi celesti luminosi ed in grado di riflettere buona parte della luce del Sole a causa della composizione, quasi interamente di ghiaccio. L’ultimo scatto realizzato da Cassini, in particolare, ci mostra il satellite Rea, una delle lune più grandi del pianeta gassoso con un diametro di 1.527 km. Una grandezza che pone il satellite naturale al secondo posto, per dimensioni, dopo un’altra luna di grande interesse: Titano. Dallo scatto realizzato dalla sonda si possono notare i numerosi crateri mentre le variazioni di albedo rappresentano una prova di un’attività di tipo geologico presente in un lontano passato.
Lo scatto, realizzato da una distanza di 587.000 chilometri, è stato realizzato attraverso uno speciale filtro. Crateri di dimensioni superiori ai 40 chilometri sono stati osservati nelle regioni equatoriali della luna mentre, procedendo verso i poli, la grandezza delle formazioni diminuisce sensibilmente. Ma è la presenza di una debole atmosfera a rappresentare l’elemento di maggiore interesse: si tratta di uno strato gassoso composto soprattutto da anidride carbonica ed ossigeno: quest’ultimo elemento, secondo gli studiosi, sarebbe il prodotto del campo magnetico di Saturno in grado di “estrarre” ossigeno dal ghiaccio superficiale di Rea.