Se, fino a qualche anno fa, la teoria sulla formazione planetaria escludeva la presenza di pianeti giganti gassosi orbitanti in aree vicine alla propria stella, oggi una quantità notevole di corpi celesti di questo tipo sono stati individuati proprio in orbite “molto strette” rispetto alla stella di appartenenza. E’ solo uno degli esempi di come buona parte dei pianeti scoperti al di fuori del Sistema Solare sfuggano ad ogni tentativi di comprensione. E’ stato Bellerofonte il primo corpo celeste del genere individuato dall’Osservatorio dell’Alta Provenza. Un pianeta dalle dimensioni pari alla metà di Giove che impiegava solo quattro giorni per effettuare un giro completo intorno alla stella. Un inferno caldo fatto di tempeste e repentini spostamenti di gas da una parte all’altra del pianeta.
Ma le sorprese non sono finite qui. Ad elencarle è Daniel Clery, un esperto che ha spiegato, su Science, la varietà dei corpi celesti scoperti. Pianeti velocissimi o che si spostavano al contrario, che ruotano intorno a due o tre stelle, vaganti, o la cui esistenza era impossibile da spiegare per gli esperti, anche a livello teorico. La varietà dei corpi celesti osservata ha portato alla nascita di nuove teorie come quelle dell’instabilità gravitazionale che fa spostare i pianeti da un’area all’altra, o la cattura di un pianeta “vagante” da una stella.