Un piccolo corpo celeste, ma in grado di riservare delle sorprese davvero impressionanti. Si tratta di Cerere il piccolo pianeta, o secondo un altro punto di vista, il “grande asteroide” della fascia principale ha un numero di crateri di gran lunga inferiore alle aspettative. A rivelarlo è una ricerca realizzata dalla NASA che, attraverso un modello, ha ipotizzato il numero di crateri che dovrebbe caratterizzare la superficie, rapportato alle dimensioni del corpo celeste. Una ricerca che ha rivelato dei dati non combacianti con quelli scoperti, invece, dalla sonda della NASA Dawn che da tempo orbita intorno a Cerere. Dovrebbero essere tra i dieci ed i quindici i crateri presenti sul planetoide con una grandezza superiore ai quattrocento chilometri mentre le formazioni da impatto di oltre cento chilometri dovrebbero raggiungere le quaranta.
Sono solo sedici, invece, i crateri con una dimensione superiore ai cento chilometri ed addirittura nessuno con grandezze superiori. Un fatto ancora del tutto inspiegabile visto che l’età di Cerere dovrebbe essere pari a quattro miliardi e mezzo di anni: un lungo periodo in cui il corpo celeste ha attraversato le varie fasi di instabilità del Sistema Solare caratterizzate da veri e propri bombardamenti cosmici. E’ la capacità di rimarginare i crateri ad essere una delle possibili spiegazioni avanzate dagli scienziati. In sostanza potrebbe essere il “rilassamento” della superficie provocato dal ghiaccio sotterraneo, a causare il fenomeno oppure l’attività geologica, cioè le eruzioni di criolava, che avrebbero potuto “smussare” le formazioni.