Un popolo delle origini lontane portò nel nostro paese una pratica che oggi appare comune a comunità esotiche: l’allungamento del cranio. Si tratta dei Goti, una popolazione che traeva origine in Europa centrale, probabilmente in Pannonia, l’odierna Ungheria. Una ricerca pubblicata sulle pagine della celebre Neurosurgical Focus ha fatto luce sull’elongazione craniale, anche nel nostro paese. Si trattava di una moda che serviva a distinguere lo status sociale. Gli Unni, con tutta probabilità, trasmisero la moda dell’allungamento del cranio, allora già antichissima, portandola dalle lontane aree centrali dell’Asia.
Una volta giunti nelle pianure dell’odierna Ungheria la pratica si trasmise alle popolazioni con cui i barbari entrarono in contatto. Alani, Sarmati ed appunto Goti cominciarono ad adottare l’elongazione del cranio sia per le donne che per gli uomini. Era un periodo compreso tra il V ed il VI: nel pieno delle invasioni in Italia con le popolazioni germaniche che si riversarono nella nostra penisola. Dalla Germania centrale alla Baviera fino all’Italia: gli scheletri con il cranio allungato sono stati ritrovati in numerose sepolture, ma mentre in Europa centrale la pratica sembra diffusa solo nelle donne, in Italia probabilmente toccava entrambi i sessi. Sono due gli scheletri caratterizzati dall’elongazione craniale ritrovati nel nostro paese con due esempi a Collegno, in provincia di Torino; si trattava di un uomo ed un bambino.