Estensioni superiori ai vari continenti caratterizzano i due serbatoi di magma scoperti al di sotto della superficie terrestre in corrispondenza dell’Africa e dell’Oceano Indiano. A rivelarlo è la School of Earth and Space Exploration dell’Università dell’Arizona, a margine di uno studio realizzato analizzando le onde sismiche terrestri. Uno strumento indispensabile per conoscere i meandri interni del nostro pianeta: un vastissimo ambiente quasi del tutto sconosciuto agli scienziati.
I serbatoi di magma, descritti in una ricerca pubblicata sul Nature Geoscience, potrebbero contenere un centinaio di volte il monte Everest. Un’estensione spaventosa quella delle due formazioni che insieme costituiscono oltre il 3% dell’intero volume della Terra. Posizionati ad una profondità di 2.800 chilometri, i serbatoi di magma sono a ridosso tra il nucleo ed il mantello. La grande quantità di roccia fusa, secondo gli esperti, potrebbe risalire verso la crosta generando una serie di vaste eruzioni. Si tratta, però, di un’eventualità rara: è più probabile che la grande quantità di magma rimanga in quella posizione per milioni di anni.