Sfruttare le incertezze di una determinata situazione politico – economica può essere la chiave per entrare nei computer degli utenti. Lo sanno bene gli hacker che, dai risultati del referendum del 23 giugno scorso (la Brexit), hanno messo sotto attacco la Gran Bretagna. Un gran numero di attacchi, sotto forma di mail di spam e tentativi di phising hanno letteralmente assediato i computer degli inglesi. Dalle ipotetiche banche che comunicavano cambiamenti sulle condizioni di depositi, mutui e finanziamenti ad altri avvisi che chiedevano il download di link dannosi per il computer; gli avvenimenti di questi ultimi giorni hanno portato ad un boom senza precedenti di mail spazzatura.
Link che si scaricano sul pc bloccando l’hard disk e chiedendo un riscatto in bitcoin o semplici “virus”; nelle quasi due settimane che ci separano dalle consultazioni che hanno decretato la Brexit, non si contano gli inglesi che hanno visto il proprio computer o smartphone compromesso. Sono gli Stati Uniti, secondo una ricerca, il paese d’origine della maggior parte dei link dannosi con oltre il 12%, subito dopo segue il Vietnam con dieci punti percentuali e l’India che si ferma al sei.