Un’ipotesi davvero interessante quella avanzata da un gruppo di studiosi della Brown University di Providence, negli Stati Uniti riguardo Plutone. Raccogliendo le immagini scattate dalla sonda della Nasa New Horizons, gli scienziati hanno rilevato delle strane faglie che caratterizzano vaste aree del pianeta nano. Una serie di spaccature che, secondo la ricerca, potrebbero avere un’origine davvero clamorosa: la presenza di un oceano sotterraneo. Si tratta di un’ipotesi che sarebbe avvalorata dalla probabile espansione del manto glaciale che circonda il pianeta: un fenomeno riconducibile al lento processo di glaciazione dell’acqua sotto la superficie.
Secondo i ricercatori il calore proveniente dal nucleo del pianeta avrebbe portato allo scioglimento, in un lontano passato, dello strato ghiacciato; un processo ora invertito per le temperature glaciali della lontana Fascia di Kuiper. Il congelamento dell‘oceano interno di Plutone sarebbe comunque in una fase ben lontana dal completamento. Quando tutto il liquido ritornerà allo stato solido, il pianeta, al contrario di quanto avviene ora, comincerà a diminuire di dimensioni, per effetto della contrazione interna.